venerdì 8 dicembre 2017

SUBURBICON di G. Clooney (recensione di N. Da Lio)

George Clooney, dietro la cinepresa, ci porta in una new town USA degli anni cinquanta, un esperimento urbanistico per famiglie medio borghesi americane. Nella pratica un progetto di segregazione razziale a beneficio dei bianchi. Ad un certo punto qualcosa interviene a rompere la pace. Da una parte l'insediamento di una famiglia di afroamericani, che scatena l'odio dei concittadini. Dall'altro un efferato crimine che si consuma nella casa del bianchissimo e molto per bene Matt Damon. Il figlio di questi comincerà ad andare a fondo sui reali motivi dell'omicidio della madre, mentre il resto della città è interessata soltanto a far la guerra ai poco graditi nuovi arrivati. La sceneggiatura è scritta dai fratelli Cohen, e si vede, visto come si destreggia tra il thriller e la commedia grottesca. Quel che ne emerge è un'allegoria dell'era Trump, tra razzismo e ipocrisia. Tra gli interpreti, una Julianne Moore, “sdoppiata” come la donna che visse due volte, ed un eccezionale Oscar Isaac.