mercoledì 5 settembre 2012

OUTRAGE – BEYOND di Takeshi Kitano

Pistole, Yakuza, donne con draghi tatuati sulla schiena, schizzi di sangue, vendette, poliziotti corrotti, orrore e crimine. E poi trapani e palline da baseball usati come armi. In una parola: Kitano. Il regista ha realizzato con la mafia nipponica quello che Coppola fece negli anni settanta con la mafia italo-americana: tracciare un epopea shakespeariana della criminalità, con un protagonista antieroe che nella sua grandezza tragica attira le simpatie di un pubblico onesto affascinato dall’illecito.

domenica 2 settembre 2012

THE MASTER di P.T.Anderson

Joaquin Phoenix è uno sbandato tornato dalla Seconda Guerra Mondiale, che nel suo girovagare si imbatte in una setta di matrice familiare convinta nella reincarnazione. Verrà preso sotto affidamento dal leader e maestro, che tenterà di curare la sua psicosi. Bravo Phoenix, ben lontano dal Commodo de Il Gladiatore, ma che in fin dei conti interpreta quasi se stesso. Immenso Philip Seymour Hoffman, nella parte del Maestro, di cui esterna tutte le sottigliezze carismatiche e perverse. Rappresentazione non accreditata di Scientology, il film non sembra proprio una condanna tout court delle sette pseudo – religiose, evitando semplificazioni e rappresentazioni troppo violente, ma l’immagine grottesca che ne esce non lascia ad esse molte speranze. Finale troppo veloce dopo due ore di film.

TO THE WONDER di T. Malick

Raramente ho visto un film in cui per due ore consecutive, ogni fotogramma fosse un piccolo quadro, una felice immagine ed intuizione cinematografica allo stesso tempo. Al film di Malick non servirebbero le parole, basterebbe la semplice visione per seguire la trama; una trama tutta incentrata sulla difficile relazione di una coppia (lui Ben Affleck , lei una bellissima Olga Kurylenko), e su un parroco (Javier Bardem) senza fede come contorno. Il tentativo è quello di mettere in relazione l’amore di Dio (attraverso il creato) e quello degli innamorati. A rovinare il tutto il tutto sono proprio le parole, passate quasi tutte attraverso voice off del pensiero dei protagonisti: parole leziose, che abbinate alla raffinata estetica delle immagini, fa sembrare il tutto la reclame dell’ultimo profumo di uno stilista parigino. Alla fine scattano impetuosi i fischi. Ma se Malick si fosse manifestato in sala, avreste fischiato, critici codardi?