sabato 1 novembre 2008

UN GIOCO DA RAGAZZE...DALLA MOSTRA DEL CINEMA DI ROMA

Tre ragazze diciassettenni di buona famiglia passano le loro giornate tra sesso occasionale, shopping di lusso, edonismo,crudeltà verso gli “sfigati”, citazioni di Kate Moss (Kate Moss? Le ragazze di oggi seguono ancora Kate Moss? Ne siete proprio sicuri?). ….Un giovane insegnante progressista, probabilmente di sinistra, cerca di salvarle un po’ come farebbe Jodie Foster in Dangerous Minds (ma lì erano studenti di periferia, con veri problemi), e altri cloni di insegnati cinematografici visti tante troppe volte…Solo che alla fine il nostro insegnate progressista cade come un fesso nella trappola delle ragazze, si lascia sedurre, viene meno ai suoi propositi educativi, e diventa pure carnefice (della serie avete visto come sono i prof di sinistra? La Gelmini fa bene a fare dei tagli allla scuola…).
Trionfante la protagonista, leader del gruppo di ragazze, si gode fredda e cinica la sua vittoria, e in finale guarda in telecamera e allo spettatore, come adire: attento: anche tu hai colpa in tutto questo; anche tuo figlio può essere come me.
Ma cosa hai da guardare, signorina attricetta da quattro soldi? Ma chi hai da incolpare, signor regista, se in tutto il film non hai nemmeno provato a indagare le cause di un disagio giovanile? Ogni generazione di adolescenti subisce lo sguardo spaventato delle generazioni più vecchie, passando ogni volta per superficiali, violenti, drogati, rincoglioniti. E puntualmente arriva la smentita. È successo per la mia. È successo anche per quella attuale. E invece proprio in questi giorni si è scatenata i tutta Italia “un’onda” di protesta contro i tagli alla scuola, con quell’entusiasmo, magari un po’ sempre ideologico e semplicistico, ma vivo e pulsante in un modo che solo i più giovani sanno vivere nel loro modo di fare politica.
Alcuni giovani si faranno le canne, altri si pasticcano, alcuni provano e poi magari scoprono che è una cosa che non interessa, altri non provano nemmeno. Ci sono quelli che fanno all’amore, altri fanno sesso, ma mica lo fanno per forza per trasgredire, come fanno le tre deficienti protagoniste di questo film che le vuole elevare a simboli di tutta la gioventù.
E per quanto riguarda il prof eroe mancato, gli insegnanti si dividono in quelli che fanno male il loro lavoro e in quelli che lo fanno bene, con passione, e per farlo sanno che non si deve fare gli eroi. Perché la missione è l’educazione, non la salvezza.
Insomma, parafrasando una persona che sabato 25 ottobre ha parlato di fronte a milioni di persone, i ragazzi e gli insegnati italiani sono meglio del cinema italiano che li rappresenta….