mercoledì 30 luglio 2008

40 ANNI FA' 2001 (PRIMA PARTE) - UN BEL FINALE



La contraddizione: vedere il futuro nel passato. O meglio vedere il passato di sette anni fa come la previsione del futuro immaginata in un passato ancor più remoto. Questa è la contraddizione di 2001, che rende il film oggi ancora più affascinante di quanto già non lo fosse. Ed è ancora più affascinante se si tiene conto che dopo quarant’anni dalla sua uscita è sempre il film più realistico sul futuro mai girato. Insomma, se dovessimo immaginare un sistema solare solcato da astronavi, sarebbe quello del film di Kubrick. Sbagliando solo una cosa: l’anno.
Il film giunge al suo quarantesimo compleanno. Ricordo ancora da piccolo la prima volta che lo diedero per televisione. Era un film tutto sommato recente, con solo una quindicina d’anni di vita. E penso che colpì una nuova generazione, che non aveva avuto la fortuna di vederlo all’uscita nei cinema, quando i figli dei fiori che si rintanavano nelle sale a prendersi LSD mentre il protagonista dell’Odissea entrava nel tunnel di luce .
Un compleanno che coincide con un evento luttuoso. Poche settimane fa è infatti morto Arthur C Clarke lo scrittore da un cui racconto (La Sentinella) è stato tratto il film, e l’autore della sceneggiatura dello stesso. Non ce ne voglia il compianto scrittore, ma, nonostante l’origine letteraria, se 2001 è 2001, non lo dobbiamo tanto a lui, quanto al regista. Ed è inutile soffermarsi su chi è Kubrick (l’uomo che girò una manciata di film in tutta la sua vita, adottando ogni volta un genere narrativo diverso, e che puntualmente cambiava per sempre le regole di quel genere).

(SEGUE)

PS: CON QUESTO POST INAUGURO LA SERIE DEI BEI FINALI, DOPO IL CLAMOROSO SUCCESSO (!) DEI BUONI INIZI. SPERO CHE CI SIA ANCORA QUALCUNO CHE LEGGa IL BLOG DOPO LA MIA COLPEVOLE ASSENZA E CHE SIA COSI' GENTILE DA METTERE UNA SEGNALAZIONE