mercoledì 5 novembre 2008

ALTRE RECENSIONI DAL FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA

TAHAAN
Una favola dei giorni nostri, che per sfondo la guerra civile in Kashmir. Una storia che in altri tempi avremo detto di formazione, tra bravi attori (anche bambinio), una bella fotografia che riprende paesaggi naturali da sogno, e qualche presa di posizione coraggiosa contro la violenza: i ribelli sono cattivi, m anche i soldati governativi non scherzano…

IL SEGNO DELLA CITTA’
Un po’ Almodovar, un po’ Altman, un po’ Cuaron, il film lega storie umane vagamente in relazione tra loro: con due punti focali: la protagonista, una cartomante radiofonica che ad un certo puntosi lancia in soccorso dei disperati che incrociano il suo cammino, e la Città di San Paulo di Brasile, che fa da sfondo a queste storie di volta in volta comiche e drammatiche, grottesche e malinconiche, con protagonisti carpentieri traditi e traditori, adolescenti suicidi, infermieri missionari, viados in cerca di fortuna, ecc. ecc.

IL PASSATO E’ UNA TERRA STRANIERA …
Film un po’ di genere e un po’ impegnato, che vede un giovane di buona famiglia e dal futuro promettente instaurare una cattiva amicizia con un giovane baro. Dall’inizio stile Stangata, in cui i ragazzi si mettono a truffare con il poker criminali più grossi di loro inseguendo una giustizia tutta loro, finiranno per compiere reati sempre più efferati, fino al finale scontro tra i due, che si concluderà con l’arresto del baro, e il ritorno alla normalità del bravo ragazzo senza pagare pegno. Ma chi è peggio dei due, il ragazzo di umili origini, rimasto solo, con turbe mentali e sessuali, o quello della famiglia bene, che ha scelto di delinquere non per imposizione della società o della sua psiche, ma per sua scelta?
Elio Germano (il bravo ragazzo) conferma ancor di più di essere un bravo attore, al di sopra degli standard italiani. Ha poi una vaga somiglianza con De Niro da giovane, il che non guasta. In ogni caso è uno dei pochi in Italia che sa che per recitare non bisogna per forza urlare. O per lo meno sa urlare bene. Al suo fianco un altro attore convincente, Michele Riondino, solo un po’ penalizzato dal fatto di avere un personaggio molto complesso a cui il film non dà il giusto spazio, essendo Germano il protagonista.
Poi c’è un terzo protagonista: una Bari oscura e opprimente, mai vista prima, che si scopre essere uno sfondo ideale per una storia criminale, quasi fosse una Los Angeles o una Chicago trapiantata in Italia.

I GALANTUOMINI
Un altro film di ambientazione pugliese, ancora con tema criminale, ma questa volta con al centro la Sacra Corona Unita, l’unica organizzazione criminale di stampo mafioso efficacemente sconfitta dalle forze dell’ordine (e sarebbe interessante capire le motivazioni). Film di impianto un po’ alla fiction-televisiva-fatta-bene-stile-Montalbano, ma con elementi di originalità. Protagonisti un giudice e una sua amica d’infanzia con cui c’è del tenero, che si ritrovano a ad indagare su due fronti diversi sull’omicidio del compagno di lei. Fronti diversi perché (e lui non lo sa) lei è a capo di una organizzazione criminale del territorio: donna normale nella vita pubblica, piena della sua femminilità (si può dire?) mediterranea, feroce e virile capo clan nel privato. Sebbene a raccontarlo sembrerebbe una boiata, nella realtà il film funziona, merito soprattutto della protagonista, Donatella Finocchiaro, che sa rendere tutte le sfumature del personaggio, senza incastrarlo nello stereotipo buoni-cattivi.

PRIDE AND HONOR
In una famiglia New Yorkese, il padre, i due figli, e il genero sono tutti poliziotti pluridecorati e stimati. Le cose procedono bene, finché non si scopre che uno di quattro è corrotto. Per gli altri tre insorge il dubbio: far finta di niente, mentire, o affrontare la cosa secondo giustizia?
Collin Farrel , Edward Norton e John Voight danno spessore con la loro recitazione a questo poliziesco. Il regista esegue il compito con professionalità…
E il problema dove sta? È che siamo di fronte all’ennesima versione dello scontro tra poliziotto onesto e poliziotto corrotto già visto mille volte; con la novità, giusto per mescolare le carte, che lo scontro si svolge anche in famiglia. Peccato però che, dopo la tragica risoluzione del contenzioso, il regista non ci faccia vedere il suo esito all’interno del nucleo familiare.
Questo doveva essere il filmone americano presentato alla mostra…vabbè….

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