sabato 20 settembre 2008

CHE COSA ABBIAMO IMPARATO...



Dopo dieci giorni di proiezioni, corse da una sala all’altra, conferenze stampa, mi ricordo che cos’è il Lido prima ancora di essere la sede della mostra: e cioè una lingua di terra tra la laguna e il mare. E in dieci giorni non ho mai messo piede in spiaggia. E allora esco dall’area della mostra con tutti i suoi lustrini, e lo spirito delle giostre che stanno sbaraccando, e mi infilo nel primo accesso alla spiaggia che trovo. Tra tanti villeggianti in costume, io sono l’unico vestito da capo a piedi, con appesa alla spalla la borsa ufficiale della mostra, stracolma di ogni oggetto di sopravvivenza. E mi son messo pure la camicia!
Mi butto in fondo ad uno scoglio ed estraggo la mia moleskine e la pilot nera con cui ho recensito i film in questi giorni, assumo l’aria di uno assorto nel suo momento creativo, e comincio a scrivere il testo che state leggendo (“Dopo dieci giorni di proiezioni…”).
Vicino a me, dei piccoli granchi scappano intimoriti. Il mare è mosso. Le onde alte si infrangono sugli scogli e mi arrivano degli schizzi. E poi di nuovo schizzi. E ancora schizzi…una goccia cade sul foglio e diffonde l’inchiostro della pilot in una macchia…e realizzo: ma qui sta piovendo! Non ho messo piede in spiaggia da dieci giorni e cinque minuti dopo che finalmente lo faccio, piove! Piove dopo dieci giorni di sole! Fuggo insieme ai bagnanti (mi ricorda la proiezione di Shirin…): loro in costume, io in camicia, pantaloni, scarpe borsello e borsa di ordinanza.
E mentre cerco un riparo mi chiedo: che insegnamento si può trarre da questo? E che insegnamento si può trarre dopo aver visto una trentina di film di paesi e tematiche diversi? Cosa si può imparar da un’inesistente squadra di pallamano cingalese e dagli sminatori americani in Iraq? Cosa da una pesciolina che vuole diventare umana e da un clown che va a salvare i bambini di Bucarest? Cosa da un lottatore americano di wrestling in cerca di una riscossa e una donna francese che si prende a martellate in testa?
Ho solo una risposta possibile: BOH!
E allora non avendo mie conclusioni da proporre, faccio mie quelle del maestro Olmi: la magnificenza del mondo ci rende sempre tutti degli apprendisti.
Amen.

Nessun commento: