sabato 30 agosto 2008

RECENSIONI MOSTRA DEL CINEMA 2

Machan di Uberto Pasolini
La risposta alla domanda "ma dove è finita la commedia all'italiana?" è questa: è finita in Sry Lanka (dopo breve passaggio in Inghilterra).
E il nostro orgoglio nazionale ha poco da rallegrarsi se il regista di Machan sia l'italiano Uberto Pasolini (nessuna parentela con P.P., ma nipote di Visconti e produttore di Full Monty): il film è quasi completamente una realizzazione cingalese. Dalla produzione al cast, in tutto il film non vi è mai un punto di vista occidentale, ma al contrario veniamo a conoscere il punto di vista di questa parte del terzo mondo rispetto l'occidente. E attraverso la storia di un gruppo di disperati che si inventano una inesistente nazionale di pallamano dello Sry lanka per avere il visto d'ingresso in Europa, possiamo vedere il il disagio del degrado di questa parte del pianeta, la speranza di una vita migliore, la disperazione nell'abbandonare i familiari, l'annichilimento delle identità personali una volta emigrati. Tutto questo e di più in un film che ci ricorda Monicelli e l'intero cast de I soliti ignoti, e che ci dice soprattutto una cosa: quanto siano inutili le leggi contro i clandestini in Europa.

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