martedì 3 giugno 2008

Una considerazione su Venezia

Sarà a causa della mia condizione di Veneziano “amministrativo” (le mie origini di terraferma mi rendono più simile ad un bellunese che ad un abitante de Casteo) ma mi è venuta un’insana considerazione: che in fondo non esiste differenza tra la Venezia dei turisti e quella degli universitari, tra quella mercenaria dei gondolieri e quella virtuosa dei bacari, tra quella della storia dei Dogi e quella dei salotti intellettuali. Ma esiste invece un’altra Venezia, una diversa, fatta ancora di panni stesi al sole, anziane signore sedute sul davanzale, muri scrostati, archeologia industriale, case che sembrano volti umani, bandiere della pace logorate dal tempo, sculture solitarie. E silenzio. Magari l’ultimo mistero rimasto di Venezia va cercato proprio qui, celato dall’ultimo tabù del terzo millennio: l’anonimato.

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