domenica 6 aprile 2008

LA ZONA ....Di Rodrigo Pla'



Messico. Un quartiere extra lusso, che gode di una giurisdizione particolare, tutta nelle mani dei suoi facoltosi abitanti e proprietari, è circondato da un altissimo muro che lo divide dai quartieri degradati e poveri intorno. Un muro che separa chi ha tutto da chi ha niente. Un incidente permette l’ingresso nel quartiere di tre teppistelli; ci scappano i morti e si scatena una feroce caccia all’intruso sopravvissuto da parte dei residenti del quartiere. Inferociti perché il loro paradiso pagato a caro prezzo è stato violato, impauriti dal diverso da ciò che non conoscono, questi uomini decidono di arroccarsi il diritto di farsi giustizia da soli, regredendo sempre di più ad uno stadio selvaggio, come i criminali di cui hanno tanto paura. Ma l’individuo a cui danno la caccia è solo un ragazzino che è altrettanto spaventato, la cui unica colpa è stata quella di essere nato dalla parte sbagliata del muro. E ad aiutarlo troverà solo un suo coetaneo, residente nel quartiere, che sarà l’unico a riuscire a superare i suoi timori e il suo iniziale desiderio di violenza.

Non aspettatevi un happy end. Ma la ribellione finale del ragazzo-bene contro la sua famiglia, contro il quartiere, contro il sistema dà al film quella chance di speranza, che durante tutto il resto dell’opera non riesce, e non può emergere.



Costruito come un film di genere (il paradosso è che vent’anni fa sarebbe stato un film di fantascienza, oggi è un thriller basato su fatti reali), la pellicola riesce però a svincolare dalle regole classiche (vedi il poliziotto, l’unico all’inizio a voler far luce sui fatti, ma poi costretto ad arrendersi al sistema corrotto facendosi egli stesso strumento) e fotografa e denuncia un mondo di ingiustizie sociali e violenze, mostrando come l’animo umano spinto dalla paura possa arrivare fino alle azioni più estreme.

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