lunedì 14 gennaio 2008


COUS COUS (LA GRAINE ET LE MULET)... DI ABDELLATIF KECHICE

Ecco il film che probabilmente avrebbe dovuto vincere all’ultima Mostra del Cinema a Venezia.
Un film povero sicuramente nel budget, con una ripresa volutamente “scarna” quasi da documentario (una volta si sarebbe detto neorealista) che racconta il desiderio di un riscatto sociale per un francese di etnia maghrebina, e per le sue due famiglie: quella della prima moglie, piena di figli generi nuore e nipoti; e quella della nuova compagna, arricchita solo dalla presenza della figlia di lei. Il protagonista, un uomo di mezz’età, senza più stimoli, rassegnato ad una vita grigia, ma sostenuto dall’entusiasmo della figliastra, cercherà di rifarsi una vita aprendo un locale la cui specialità è il cous cous cucinato dalla sua prima moglie. La solidarietà familiare interna si demolisce e si ricompone a più riprese, fino a rischiare il disastro finale, ma sarà ancora la figliastra a salvare la situazione, lanciandosi in una danza del ventre che stregherà gli ospiti del locale e salverà così l’attività familiare (ma forse non la vita del padre). Film che raccontano realtà sociale di periferia e di immigrazione senza cadere negli stereotipi non si vedono molto spesso. Questa pellicola invece riesce nel suo intento “sociologico”, suggerendoci anche che forse nelle donne sta la salvezza delle banlieue francesi, dal momento che sono più dinamiche e responsabili dei loro compagni.
E poi spezza una lancia nei confronti della famiglia di fatto rispetto alla famiglia tradizionale. Il nucleo composta dal protagonista, dalla compagna, e dalla figlia di questa, risulta essere più solidale, sincera, diretta, addirittura più “funzionale”, rispetto alla famiglia tradizionale della prima moglie.

Nicola Da Lio

“COUS COUS (La Graine et le mulet)” di Abdellatif Kechiche
Con Habib Boufares, Marzouk Bouraouïa, Faridah Benkhetache, Sabrina Quazani, Alice Houri, Olivier Loustau, Bruno Lochet, Carole Franck
Francia – 151’



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